Laboratorio di scrittura (testo di Vittuz)
I bambini sono l’immagine dell’innocenza. Io Appena vedo un bambino, la prima cosa che noto sono i [suoi] occhi grandi e lucidi, non ancora segnati dal mondo.
Mentre riflettevo sulla canzone mi è venuta in mente un’immagine:
Un bambino, mentre gioca sulla spiaggia, vede le impronte del padre; è [subito] portato a seguirle, ma le falcate sono troppo grandi e il suo piedino non riempie del tutto il solco.
Il papà intanto è di spalle alcuni passi davanti a lui, non sa che il figlio lo sta seguendo.
Il piccolino aumenta il passo, ma la distanza fra le impronte è sempre troppo grande e i suoi piedi e le sue gambe ancora troppo piccoli… dietro di lui la paletta e il secchiello vengono inghiottiti dal mare.
Non spiegate ai bambini il mondo, sanno già tutto quello che devono sapere e, se vi fanno qualche domanda, spiegate [loro] che è colpa del vento. Raccontategli storie, ma non spiegategli il mondo: non spegnete le loro iridi con il suo buio; non spezzate le loro ali prima ancora che imparino a volare. Non fateli vivere del nostro passato; lasciate che si facciano una [loro] idea (anche [se] stupida) del mondo, basta che non sia quella [precostruita dalla nostra “cultura”].
Arriverà anche per loro il tempo del primo telegiornale quando, per la prima volta, si prenderanno la testa fra le mani e rifletteranno, [quando], ancora per la prima volta, usciranno veramente di casa e si guarderanno intorno… allora sì che rimpiangeranno gli anni delle fate e dei folletti.
Quando tutto ciò accadrà non guardateli negli occhi perché ne rimarrete delusi.
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