La Pillola Rossa
Ecco quanto si legge nell’articolo di Repubblica, Gelmini: “Precari assorbiti in 6-7 anni”. Le nuove regole per diventare docenti:
«Nel 2009 – ha ricordato il ministro – i tagli effettuati nella scuola ammontavano a 42 mila unità ma con 30 mila pensionamenti sono scesi in realtà a 12 mila. Quest’anno il taglio previsto era di 25 mila posti ma sono scesi a duemila considerando le uscite per pensione. Dunque in totale si tratta 14 mila persone senza posto. Abbiamo motivo di credere – ha assicurato – che a queste 14 mila persone sarà trovato un lavoro».
Forse sarò io a sbagliare e non sarò capace di consultare un dizionario, ma secondo la definizione data dal Garzanti, per esempio, pensionato non è «chi cessa un rapporto di lavoro in quanto ha superato una determinata età (pensione di vecchiaia) o ha prestato un certo numero di anni di servizio (pensione di anzianità) o è rimasto invalido (pensione di invalidità) e beneficia di un sistema di previdenza pubblico o privato»?
Stando a tale definizione dunque un pensionato è una persona che non ricopre più mansioni lavorative presso un ente, un’azienda o simili, dunque è un lavoratore in meno! Non siete d’accordo?
E allora che razza di matematica è questa usata dalla star dell’Istruzione pubblica?!?! Sottraendo due quantità diverse da un insieme ottengo un’addizione??? Mica sta parlando di moltiplicazione dove “meno per meno fa più”!
Ma lasciamola stare, poverina non ci arriva, non è colpa sua: è colpa nostra che l’abbiamo eletta!
E direi anche di smetterla di prendercela solo con il governo attuale: la responsabilità è dell’intera categoria che si arroga la denominazione di classe politica italiana, mica solo di alcuni! In Italia i politici veri non esistono! Che siano di maggioranza o di opposizione sono tutti volti ai propri interessi personali a scapito e a spese dei cittadini italiani – intendiamoci, forse ce lo meritiamo anche dato il nostro carattere fondamentalmente “pecoresco” votato all’obbedienza cieca se non per tentativi di sotterfugio furbesco a danno altrui.
Ricorderei per esempio che la riforma Moratti non fu mai abrogata in quanto il governo Prodi la sospese semplicemente non presentando una riforma alternativa da discutere in parlamento… se ne uscirono solo con quel “cacciavite” di Fioroni che non fece altro che aprire la strada al governo attuale:
– i finanziamenti alle scuole private sono aumentati proprio ai tempi di Prodi, Fioroni & co.
– le incostizionali graduatorie ad esaurimento (che vincolano la vita di un precario ad una provincia per l’eternità, o meglio “fino a che morte non vi separi“) sono opera del tanto atteso Fioroni.
Ecco l’evento in programma oggi alla festa dell’Unità di Bologna:
Uscire dalla crisi. Scuola, lavoro e welfare
Susanna Camusso, Giuseppe Fioroni
Coordina Lina Palmerini (Il Sole 24 Ore)
Ma con che coraggio andare a parlare di tali temi, proprio lui! È il momento che anche questi di sinistra si prendano le proprie responsabilità e la smettano di farsi belli solo in prospettiva di nuove elezioni!
Questo della scuola non è un problema di destra o di sinistra: la malafede della casta dei politici italiani è comune ad entrambi gli schieramenti.
Noi vogliamo difendere la scuola pubblica perché la dignità e il futuro di tutti noi cittadini sono più importanti di coloro che li calpestano e che pensano solo ed esclusivamente ai propri interessi!!!
Il vero problema della scuola italiana è che è slegata dal mondo reale, dal mondo delle imprese, del lavoro.
Ad esempio, io da grande voglio fare la velina. Ma perchè devo studiare Leopardi? A che mi serve?
E per fare il tronista, o andare all’Isola, che c’azzecca il Risorgimento o la seconda Guerra Mondiale?
Basta con questi interventi leggeri e poco umanitari. Non facciamola soffrire questa povera scuola, con queste riformine e contro-riformine. Eliminiamola del tutto, e amen!
Un colpo rapido, e decisivo: come ai maiali al macello.
Un unanime e deciso NO ALLA SCUOLA IN ITALIA!
P.S. a parte il commento ironico-sarcastico, d’accordissimo con te, caro, e soprattutto con il cuore insieme ai precari della scuola. Bonna jurnata
Dodo, in effetti hai ragione: se bisogna distruggere la scuola tanto vale farlo in un sol colpo, così la “casta politica” dimostrerebbe la sua onestà e buona fede, almeno per una volta in Italia!
Invece la realtà resta quella dell’ipocrisia: si approvano riforme distruttive sotto la falsa label dell’innovazione!
Benvenuto nella nostra realtà italiana! 😉
O___O
“i tagli effettuati nella scuola ammontavano a 42 mila unità ma con 30 mila pensionamenti sono scesi in realtà a 12 mila.”
con questa frase voleva dire che di quei 42 mila, 30 mila erano pensionamenti! non che oltre a tagliare 42 mila unità ci sono stati 30 mila pensionamenti! ok la foga, ma attenzione a non capire e dire castronerie, se no si fa la figura dei “pecoroni” come dici tu 😉
Caro zenbrain,
se rileggi con più attenzione l’articolo avrai già la risposta: la corbelleria che riporti è spiegata lì.
Ti faccio un esempio più pratico così ci capiamo meglio; anzi, poniamolo sotto forma di problema di matematica (di quelli che si danno alle scuole elementari):
Problema n°1
Mettiamo che un’azienda abbia 100mila dipendenti; 30mila di questi vanno in pensione e 12mila vengono licenziati dal datore di lavoro. Quanti dipendenti avrà l’azienda dopo questa decurtazione?
NOTA: per risolvere il problema in modo corretto rivedere la definizione di pensionamento: il pensionato è una persona che non svolge più mansioni lavorative presso l’ente o il privato dove ha svolto la sua carriera di lavoratore!
Risposta alla Gelmini 88mila
Risposta del governo 142mila
Risposta corretta 58mila
Problema n°2
Un’azienda ha 100mila dipendenti; se ne taglia 42mila, quante unità lavorative avrà l’azienda?
Risposta alla Gelmini 88mila
Risposta del governo 142mila
Risposta corretta 58mila
Come vedi i conti tornano sempre “al pettine”, come i nodi! Sei proprio sicuro che la figura del “pecorone” sia io a farla? 😉